Note: I due argomenti trattati in questo libro non hanno nulla in comune se non i luoghi e i tempi in cui si svolsero. Il primo, la resistenza etiopica contro l’occupazione italiana, la prima guerra patriottica di liberazione del XX° secolo, si propone di integrare quanto già scritto, approfondendo soprattutto l’aspetto sociale dello scontro e le reazioni psicologiche di protagonisti e gregari dei fronti opposti, con la descrizione dei comportamenti dettati da speranze e illusioni, paure ed eroismi, generosità e soprattutto crudeltà. I riflessi della guerriglia furono drammatici per la società nativa e per quella italiana. La prima patì distruzioni e lutti immensi; in alcune regioni fu fatta terra bruciata con l’utilizzo di armi micidiali compresi i gas che sterminarono le popolazioni d’interi villaggi e tutto ciò emerge non tanto dalla narrazione degli avversari quanto dai documenti di parte italiana e dai diari dei vertici militari dai quali sono stati estratti ampi brani. La seconda vide la sua costruzione prima rallentata e poi bloccata definitivamente. Il ribellismo diffuso in ampi territori e implacabile nel tempo fu la causa prima del fallimento della colonizzazione demografica, il progetto mussoliniano di fare di quelle terre il contenitore del surplus di manodopera esistente in patria. Gli italiani, infatti, potevano vivere con una certa tranquillità solo nei centri urbani fortemente presidiati. Il resto dell’impero, tranne l’Eritrea e la Somalia, presentava per i nostri coloni un alto tasso di pericolosità. L’estesa opposizione armata mise in tutta evidenza l’errore dell’aggressione e l’Etiopia più che un posto al sole si rivelò un pozzo senza fondo per le già scarse risorse italiane e un’enorme bara per i nostri connazionali. I connazionali, militari e civili, caduti durante l’occupazione saranno molti di più dei morti causati dal conflitto. L’altro tema, la resistenza italiana contro gli inglesi accesasi dopo la sconfitta, nella sua ampia trattazione, è una pagina inedita della storiografia italiana. Finora, era rimasta avvolta nella nebbia che solo gli scritti autobiografici di alcuni protagonisti avevano cercato di diradare, senza, peraltro, riuscirci per l’eccessiva enfasi contenuta nelle loro memorie, l’esagerazione nella valutazione degli episodi di cui furono protagonisti e l’assenza di una visione complessiva del fenomeno. Fu opposizione armata, attività assistenziale verso i bisognosi della comunità italiana molti dei quali erano rimasti intrappolati in colonia privi di risorse, e resistenza alla decisione britannica di azzerare la presenza dei nostri connazionali in Etiopia attraverso i rimpatri o la deportazione. I protagonisti furono essenzialmente i militari, gli esponenti fascisti di basso rango e i rappresentanti dei quadri politici e amministrativi dell’impero. Non mancarono le donne, una delle quali, Rosa Danielli, compì l’attentato più eclatante. Il lavoro si basa principalmente sul materiale documentario. Non mancano tuttavia riferimenti a scritti di storici etiopici e diari che fanno riferimento agli eventi trattati. Il testo è accompagnato da un’amia appendice di documenti e immagini molte delle quali inedite. |