Note: Sotto una grande quercia è un romanzo a forti tinte, un susseguirsi di colpi di scena dove tutto non è realmente ciò che sembra. Il lettore, dapprima inserito in un cerchio magico è sempre sulla corda e, dopo tante ipotesi e tranelli, è atteso da un epilogo sorprendente. Silvana Cellucci coglie, con rara capacità, lacerti di vita quotidiana mediante la dote non comune dell’interazione, che è figlia di una costante ricerca interiore e dello studio accurato della personalità umana. Ci pone in tal modo di fronte ad una piccola opera figlia del tempo, i cui personaggi evocano l’interesse del lettore senza elitarismi, ben collocati ai nostri giorni. Il racconto si legge tutto d’un fiato: ci avvolge fluido, avvincente dall’inizio alla fine, senza soluzioni di continuità ed è a tratti sintetico, supportato da uno stile diretto, asciutto, scarno, privo di fronzoli, ricordando, con un ritmo ad essi vicino, i migliori romanzi di Agata Christie. Sotto una grande quercia ci cattura, ci ammalia, ci fa suoi, snodandosi nel complesso per sequenze cinematografiche, con scene che quasi esplodendo si susseguono come lampi di flash, riconoscibili anche se non si è tra i cinefili più accaniti e, a catturare l’attenzione lasciandoci pure a tratti un po’ basiti, è soprattutto l’intreccio complesso e pieno di colpi di scena.
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