Note: Spirito 108 nasce in un momento decisivo nella vita dell’autore. Dopo tre anni di vita meditativa e monastica in India, si trova a rivedere il mondo con occhi diversi. Il poeta vede con chiarezza un mondo nuovo dove tutto brucia nella fiamma della purificazione e rispende nella luce magnifica del Creatore. Le molte disarmonie mondane divengono uno strumento per scoprire la sinfonia dell’universo e perdersi nelle note della grazia. Il tema del distacco e del perdono sono fondamentali e si esprimono tra le righe. Perdonare vuol dire amare e di conseguenza essere liberi, perché solo chi ama è libero e solo chi dona fluisce nel grande fiume dell’amore. Il compito del poeta è quello del tramite per un messaggio che va al di la delle sue intenzioni e si pone nello spunto riflessivo a ricercare qualcosa di più della materialità, non abbandonando quest’ultima, ma divenendone indipendenti per la ricerca della felicità. La pace interiore si riscopre nel libro come uno strumento a disposizione di tutti gli esseri, depositato eternamente sotto il chiacchiericcio nervoso della mente umana, affogata dai desideri e dalla continua ricerca di serenità all’esterno di noi. |