Note: Pescando nei cassetti dove «appassiscono / centinaia di inediti», Silvio Ramat ha confezionato con garbo misurato un altro dei suoi libri esemplari, a cominciare dalla struttura perfettamente simmetrica. Le tre sezioni ci guidano, tra autobiografia ed epifania, in un percorso che si sofferma su minime occasioni, sotto il segno del Montale richiamato in epigrafe: Radici e trasferte, con il tema degli affetti familiari appena accennato ma esaltato dalla funzione eponima che assume la «stanza di passo / dove dormono i fratelli maggiori», fecondamente allusiva a ben altro transito, e i viaggi, «pochi e protetti»; l’età avanzata che si cela dietro la citazione nascosta dei Provetti giorni leopardiani, con il pullulare dei ricordi e il «mutato sembiante»; la Letteratura, infine, necessario complemento di ogni discorso poetico. Tra elegia e Ironia (evocata con la maiuscola, quasi musa ispiratrice) si distende una scrittura densa eppure affabile «per la troppa chiarezza che vi stipa / [...] la vita ad intervalli».
Davide Puccini |