Note: Le Lezioni che ora vengono pubblicate, risalgono all’epoca per me, tuttavia, di dolce rimembranza, in cui mi era dato esporre alcune parti della Storia della Teologia ebraica ad una eletta schiera di giovani livornesi, i quali, con perseveranza non comune in questa nostra città dedita ai traffici, seguirono le mie conferenze per circa tre anni. Queste cose stimava opportuno premettere, per spiegare la forma non troppo consueta di questa Storia, e a giustificarla eziandio. L’erudizione storica, e soprattutto teologica, è cibo di pochi, e per farlo accettare ai più non sarà forse senza alcuna utilità uno stile meno disadorno, più drammatico e vivace quale s’addice alle Lezioni? I fatti e le idee che d’altronde riuscirebbero agli schizzinosi indigesti, non diverrebbero pascolo più gradito, dove ai condimenti si mescano dell’immaginazione e del sentimento? Non solo, e lo dico a costo di apparire puerile, gli Esseni studiando con amore e con fede, in essi quindi s’intravvedevano i predecessori della buona nostra Teologia, io sentivo nella nobile indagine impegnate la Ragione e la Critica, ma l’immaginazione altresì e il sentimento, e spontanea dal labbro mi sgorgava la parola viva e affettuosa. Mai mi parve così vera e acconcia la sentenza platonica: La bellezza è lo splendore e la veste del vero. Tuttavia, questo linguaggio diventa di giorno in giorno più raro. A dispetto di chi vorrebbe confinare la mente umana nello studio e nell’amore delle quisquiglie letterarie e degli arcadici vezzi, come i tiranni invitano il popolo a seppellire le più generose potenze nelle tazze soporifere di Bacco, di Momo e di Venere, l’uomo anela a cose più alte. Gli argomenti che, or si può dire pochi lustri, erano il patrimonio di pochi, diventano ogni giorno più, quasi comune proprietà. Le menti s’iniziano alle più alte e scabrose indagini. Libri che sarebbero rimasti in eterno polverosi negli scaffali delle Biblioteche, girano adesso per le mani di tutti: avidamente si leggono, in ogni lingua si traducono: e dove per mole e scienza soverchie disdicano ai comuni intelletti, epitomi se ne fanno e compendi. La scienza si fa piccina per trasfondere la vita nel popolo, come Elia si contrae sul corpo morto del figlio della vedova, a comunicargli la vita. La storia presente non solo prende a considerare serio argomento, ma è parte nobilissima e tema di gran momento nella questione religiosa che ora preoccupa e divide gli animi nel mondo intero. La Storia degli Esseni è fonte ricchissima di documenti atti a spiegare l’origine del Cristianesimo, e qualunque concetto di questo si formi, nessuno si azzarda a negare la Storia di questa religione, l’importanza dello studio dell’istituto essenico. Perciò, potete vedere che tutti i libri che prendono a trattare di quelle origini, assegnano un posto importantissimo all’esame dell’Essenato. Mi pareva dunque non fare, anche per questo verso, inutile opera, mandando fuori questi miei pensieri intorno a una Scuola tanto studiata e tanto degna di studio; e soprattutto non venire meno alle leggi di opportunità. Dopo le cose esposte, non mi rimane che dire intorno i motivi di questa pubblicazione. È lo stesso motivo che m’indusse a sobbarcarmi spontaneo al ministero religioso, che mi fece e fa lavorare intorno a soggetti difficili, ingrati, spinosi; senza altro rimerito che il buon testimonio della coscienza: l’amore del sapere e della verità.
- Elia Benamozegh |