Note: Aggrappati al tempo che sfugge, inventiamo spazi che lo contengano, finquando questi ultimi non si trasformino in ricordi, in segmenti di spazio-tempo, a comporre storie, quelle ingannevoli storie che fin da piccoli fummo indotti a imbastire. L’unidirezionalità del tempo a interrompere, a dirompere in multidirezionalità, costruendo angoli storicamente sfuggenti, tenuti insieme pervicacemente dalla memoria. Tutto ciò per travestire l’attesa, per dare un senso al doloroso trascorrere, nella immanenza insuperabile della vita. Risolvendo infine il tutto, nella gioiosa tendenza verso il trascendente, verso il superamento del qui e ora in un aldilà dalla temporalità, in un metatemporale rassicurante e liberatorio. |