Note: Un titolo più emblematico sarebbe Dal sacro al profano, con tanto amore. Si faceva chiamare Chery’, faceva la pittrice a Pescara, bella ed affascinante, separata con una figlia, respingeva le avances dei bellimbusti, con tanti sorrisi. Una grande devozione a Gesù, tant’è che aveva preso i voti. La sua tranquilla vita viene stravolta da due fatti dolorosi, la morte del padre, che la sosteneva, e la scoperta che la figlia si drogava e spacciava, con il suo ragazzo. L’aria irrespirabile della città la costrinse ad emigrare al nord, presso una comunità di preghiera tra Lodi e Milano. Invece di auto commiserarsi, si rimboccò le maniche, doveva pur vivere, ed accettò l’aiuto morale e materiale del vecchio medico Marino, che le offrì il suo vecchio studio, per farne un’atelier pittorico. Conobbe anche il figlio di costui, Romano, psicologo metropolitano, e tra i due si sviluppò subito un’amicizia affettuosa ed avvolgente, ma lei lo teneva a bada, perché non voleva recedere dalla sua devozione. Alcuni viaggi, felici ed infelici, favorirono una reciproca conoscenza più profonda, mentre si adoperavano per recuperare quella figlia dalla droga... |