Note: Tre personaggi, uno dei quali molto particolare, tre luoghi, tre storie e tre diversi punti di vista. Sono questi gli ingredienti di una vicenda dalle tinte noir, stemperate solo a tratti da un umorismo leggero e da un romanticismo un po’ retrò, che vi terrà con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. La vera protagonista di questo racconto è l’ASSENZA che, declinata in tutte le sue possibili accezioni, è il vero fil rouge che vi guiderà fino allo scioglimento finale. Prima di tutto assenza di prove e di elementi indiziari, nelle parti che vedono protagonista il giovane commissario Marco Ferrero alle prese con una difficile indagine su una serie di efferate uccisioni. Il serial killer é un uomo, o forse una donna, che uccide con metodi crudeli e sempre più elaborati persone che non hanno nulla in comune tra loro e mutila i corpi privandoli di un dito.Il commissario troverà un valido alleato in Laura, una giovane anatomopatologa della Polizia scientifica, che l’aiuterà nelle indagini e costruirà con lui un rapporto che ben presto passerà dalla sfera professionale, a una più intima. Laura, a dispetto della sua rigorosa mentalità scientifica, parla tutti i giorni, da quando aveva 16 anni, con Tilla, lo spirito disincarnato di una bambina di otto anni, morta nel XIX secolo. Ed è proprio l’assenza del corpo a caratterizzare la storia di questo spirito-guida che - vero o immaginario che sia - fornirà in più di un’occasione aiuto, protezione e preziosi consigli ai due investigatori.Tilla è una bambina vivace, arguta e decisamente solare, le cui vicende non mancheranno di intenerirvi e di farvi soprattutto sorridere. L’ultimo tipo di assenza, invece, è più malinconico e riguarda una persona adulta. La moglie di un architetto, affetta da problemi psichiatrici e da una grave forma di depressione maniacale, che un giorno esce di casa e scompare nel nulla. Il ritrovamento di resti umani carbonizzati lungo la strada che la donna e suo marito hanno percorso la sera precedente la scomparsa getta un’ombra decisamente diversa su tutta la faccenda. I sospetti, ovviamente, ricadono immediatamente sul coniuge. È lui il terzo protagonista della vicenda. Un architetto affermato e di successo, che in precedenza ha dichiarato più volte di non poterne più delle follie della moglie. Sembrerebbe il colpevole perfetto, ma ha un alibi inattaccabile. Possibile che un uomo normale, apparentemente di specchiata onestà, sia stato in grado di ideare il “delitto perfetto” e abbia avuto la forza, oltre che la lucidità, di metterlo in atto con maniacale precisione? Altri interrogativi senza risposte e altro “lavoro di gambe e di testa” per il Commissario Ferrero e i suoi uomini, che si aggiunge a quello, ancora infruttuoso, delle indagini sul serial killer. Tre storie diverse, tre personaggi e molte assenze che si intrecciano pagina dopo pagina, infittendo il mistero. La matassa si ingarbuglia, la situazione si fa sempre più disperata e i protagonisti passano senza sosta da esaltanti intuizioni a cocenti delusioni senza mai arrivare a una soluzione. E intanto i cadaveri aumentano e la città viene percorsa da un vero e proprio brivido di terrore. Il male sembra destinato a trionfare, ma un evento inatteso la getta improvvisamente una nuova luce su tutta la vicenda e… |