Tutta colpa del Principe Azzurro!: Non chiedere all’amore quello che non ti può dare. 

€ 15,50

 

Tutta colpa del Principe Azzurro!: Non chiedere all’amore quello che non ti può dare.
di Maria Zeccato,  2021,  Indipendently Published
ROMANZI
ISBN: 9798768499594
condizioni: NUOVO

Note:
Miti, leggende, favole e fiabe rappresentano mirabili strumenti, attraverso i quali, viaggiando sulle ali della fantasia, si “trasmettono” usi, costumi e ,soprattutto, emozioni. Resistono all’usura del tempo e con la profondità della leggerezza riescono ad arrivare al cuore di tutti.
“Tutta colpa del principe Azzurro! Non chiedere all’amore quello che non ti può dare” è una fiaba speciale, un romanzo fiabesco dal contenuto allegorico in cui si incontrano i protagonisti delle fiabe classiche che hanno colorato l’infanzia dei bambini di ogni tempo. Il contesto in cui si intrecciano le storie dei vari personaggi è il Bosco del Tempo Sospeso, una vera e propria oasi verde al di là dello spazio e del tempo, che si diramava folto e lussureggiante nella ridente cittadina di Oltre
Qui il tempo sembra non essersi fermato, ma integrato: con l’evoluzione della scienza e della tecnica, nuove invenzioni e antiche scoperte coesistono, nulla viene mai considerato obsoleto, ma integrato con il nuovo.
Il Bosco del Tempo Sospeso, in cui nonostante l’alternarsi delle stagioni la temperatura rimane, anche nell’ inverno inoltrato, sempre dolce e mite, è abitato da numerose creature dai poteri magici: fate, ninfe, gnomi e folletti. In questo scenario incantato la realtà si intreccia con la fantasia: i protagonisti, soprannominati come i personaggi delle fiabe, si incontrano e danno vita ad una trama ricca di contenuti allegorici e fitta di colpi di scena.
Infatti, ogni personaggio, descritto con cura, incarna un particolare “tipo” psicologico. Il punto focale intorno a cui ruotano tutte le vicende è il Mal d’Amore ovvero la dipendenza affettiva. Lucrezia alias Biancaneve e Aurora alias La Bella Addormentata nel Bosco, vittime del Mal d’Amore, dormono un sonno profondo, da cui non riescono a risvegliarsi, nel Tempio della Cura. Qui mago Merlino e la sua compagna, la fedele Fata Morgana, coadiuvati da numerosi folletti, accolgono chiunque sia afflitto da un male del corpo o dell’anima e lo curano con erbe medicamentose e intrugli magici.
Della cura dell’anima si occupa, in modo diverso da Mago Merlino, Eulalia, la Fata della Parola Magica, soprannominata dalle magiche creature del bosco: Fata Smemorina. Mago Merlino cura il corpo e l’anima affidandosi meramente alla sua competenza e offrendo un rimedio esclusivamente farmacologico. Eulalia, invece, pone al centro della sua attenzione la persona nel suo complesso e la guida in un viaggio di scoperta dentro di sè, aiutandola a riconoscere le sue risorse e ad accettare i propri limiti. La dimora di Eulalia sorge nella Raduna delle Fresie, proprio nel bel mezzo del Bosco, accanto all’ingresso di una selva speciale : la Selva della Consapevolezza. Questa Selva rappresenta allegoricamente il percorso di psicoterapia attraverso il quale raggiungere il proprio equilibrio interiore per condurre una serena esistenza. Una enorme porta, fatta di robusti rami intrecciati, racchiusa tra due maestosi alberi secolari, costituisce l’unico punto d’accesso. La serratura di questa porta, a forma di cuore, possiede una toppa magica, la quale cambia forma e dimensione a seconda del viaggiatore che le si pone di fronte. E’ lo stesso desiderio del viaggiatore a modificare la toppa della chiave che prende la forma della sua anima. La Fata Smemorina, che rappresenta allegoricamente la figura dello psicoterapeuta, carpendone la forma, la disegna e poi la manda negli opifici del sottosuolo del Bosco affinchè gli gnomi forgino la chiave giusta. Chi riuscirà a riportare in vita Biancaneve e Aurora? Mago Merlino o la Fata Eulalia? Tra amori nascenti, delusioni e imprevisti del cuore le storie dei personaggi si snodano e si intrecciano nell’atmosfera magica di in tempo sospeso tra la crudezza della realtà e la magia della fantasia fino a integrarsi nello stupore della meravigliosa quotidianità.

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