Note: Omaggio al blues femminile degli anni ’20 30 attraverso l’analisi dell’attività produttiva della grande cantante Ida Cox, divenuta simbolo delle donne libere col suo brano Wild women don’t have the blues. Viene stilato un esauriente ritratto dell’epoca in cui la ’blueswoman’ è vissuta. Risalto viene dato anche al carattere della donna e dell’artista. Al centro del lavoro emergono i canoni e le formule del blues e, attraverso un’attenta analisi verbale, viene evidenziato il senso del blues che la Cox ha saputo trasmettere nella sua musica. Danno spessore al lavoro quattro appendici finali con un cospicuo corredo di testi, articoli di stampa, interviste e discografia. Originale l’invito all’ascolto attraverso la stesura di alcune partiture musicali fatte dall’autrice, ricavate dalla fruizione di alcuni brani della cantante, e un simpatico confronto tra la versione di Saint Louis Blues di Ida Cox e quella della grande ’sorella’ Bessie Smith. Trova spazio anche un Un libro per amanti e curiosi della musica. |