Note: C’è stato un lungo tempo in cui il traghetto dell’esistenza era, per i credenti, affidato alla severa legge del Signore. Ma anche il mondo, che i preti ancora additavano ai molti deboli e indocili come il luogo della perdizione, stentava a svincolarsi dalla morale scritta per lui dalla cristianità. In questa storia dei giorni nostri, Elio, un duro per natura, padre di famiglia e semplice geometra di uffici comunali, vuole appropriarsi del vecchio mezzo, della guida desueta e dura, a costo di sfidare le leggi mondane e di subirne la sanzione. Colui che la moglie e la figlia studentessa chiamano il pater, non è il Don Chisciotte piuttosto folle e romantico, destinato a scornarsi contro i mulini a vento; non è l’eroe poetico dei sentimentali rassegnati e appagati dalla catarsi. Egli sta coi piedi in terra e, nel suo piccolo, nel nucleo familiare, saprebbe conseguire la vittoria su una società che odia il rigore e che, malgrado la sua mole, è di cartone rispetto all’armatura spirituale. È però la giovane figlia Patrizia la protagonista del romanzo, e soprattutto attraverso gli occhi di lei — istintivamente ribelle alla conduzione di casa sua — il padre si inquadra in una luce critica. La madre è altresì una mezza nemica. Dopo aver lasciato il tetto domestico e sposato un suo collega insegnante da cui ha avuto un bambino, ella ha scelto il ritorno all’ovile non per viltà, ma per una riscoperta affinità di carattere col primo sposo. Ragazza del suo tempo, Patrizia ha esperienze sentimentali simili alle sue coetanee e viaggia alla ricerca dell’amore vero, tuttavia lo fa senza troppa convinzione e senza troppi problemi. Attraverso diverse vicissitudini che mettono a dura prova la sua fibra emotiva, giungerà a trovarsi molto più vicina di quanto avesse mai sospettato alla morale parentale. |