Note: Possono bastare venti giorni a determinare una vita? Leggendo questo bel romanzo la risposta non può essere che sì. Quando in quei venti giorni, si sono consumati i sentimenti più intensi che un essere umano possa provare, allora, si può affermare con certezza che, siano davvero sufficienti venti giorni, a determinare un’esistenza e, anche, più di una. Storia di vita dunque e di amore, sogni, gioie, dolori, morte e speranza. Storia semplice di gente di paese del Sud e di una giovane donna di fine anni ’70 che posava i suoi sguardi adolescenti sul mondo in piena evoluzione sociale e culturale. Non si possono considerare errori, quelle scelte fatte col cuore; errore, forse è, non ascoltarlo il cuore. Tutto si compie come scritto da una penna Suprema e, se mai, l’unico rimpianto, alla fine del romanzo e, dei giorni nostri, resta quello di non averci provato, di non aver creduto, ascoltato quella voce. Pagine fresche, romantiche, sempre garbate, intrise di infinita dolcezza ma che, al contempo, denotano una personalità, quella dell’autrice, forte, decisa, caparbia, emancipata. Non è facile la resistenza di una donna, con tali caratteristiche, nell’humus dei nostri paesini del Sud ma, grazie a Dio, la donna è forte, molto più di quanto si sia, nel tempo, creduto. |