Note: Biblioteche e mediateche; residenze sostenibili per allievi fuori sede; sale convegno aperte a eventi di quartiere: le università contemporanee diventano cattedrali del benessere e del tempo libero per interi pezzi di città, laddove si insediano prepotentemente . Vanno a ricucire gli strappi operati dal tempo, rivitalizzano padiglioni produttivi abbandonati, danno nuova energia a parti di città e periferie dormitorio . Più che di nuova fondazione, i nuovi campus e complessi universitari che ’’funzionano’’, si calano nelle realtà spesso degradate del tessuto metropolitano. Falliscono laddove diventano opere faraoniche di pura architettura contemporanea con uno scollamento più marcato tra forma e funzione. Lì dove invece i nuovi interventi di edilizia universitaria sono in equilibrio tra architettura contemporanea e moderna, le opere si rivelano ’’utili’’ e ’’valide’’ per le città. Le università diventano villaggi sperimentali, interventi di ricucitura dei vuoti urbani, luoghi del benessere e della innovazione, attivatori di processi eco generativi, tentativi di costruzione a zero cubatura, eco strutture sostenibili, architettura mancata, flessibile e mutevole. Il testo si propone di tracciare l’evoluzione recente della progettazione architettonica degli atenei con casi studio ma anche in riferimento alle normative applicabili nonché un breve cenno al passaggio dalla architettura moderna a quella contemporanea. L’autore coglie le linee di sviluppo degli ambienti per la nuova didattica partecipata, laboratoriale, ed on line raccogliendo le testimonianze già antecedenti alla pandemia di covid ma da questa amplificate. Ogni passaggio epocale è lento visto da vicino ma in realtà avviene per quanti di energia, che il presente, con le sue problematiche cogenti, non sempre ci consentono di percepire. |