Note: Il denominatore comune delle sillogi che costituiscono la raccolta Variazioni in sol maggiore è rappresentato dal silenzio e dalla sua intrinseca, immateriale, corporeità, la cui cifra poetica soggettiva e peculiare va individuata dapprima nel ricercare, quindi, nel prendersi cura del proprio silenzio e, così facendo, di quello della natura, anche quando avvolga la finitudine sospesa dell’umano, quandanche, ad esempio, nell’altro, taccia e, tacendo, si manifesti. E non solo come possibilità di ascolto, ma di contatto con l’enigma da cui ogni vicissitudine è mossa, e di riflessione, sul mistero di sé e dei mondi che i tanti sé allevano e custodiscono. Lentamente. Avverbialmente. A iniziare dal risuonare morbido proprio di quella pausa che s’incastona nel volgere impercettibile dei tempi del respiro o nell’effimera alternanza del pulsare di un’emozione, al sapore delle visioni che s’impastano alla voce, prima e dopo, e la conducono. Sino al profumo vibrante e fugace delle parole, che con il silenzio dialoga e rifrange. |