Note: La Lunigiana dagli anni ’20 agli anni ’40, quell’incantata e incantevole porzione di terra situata tra la Liguria e la Toscana, storicamente luogo di partenze, alla ricerca di un’opportunità lavorativa, diventa scenario principale di Vento d’autunno, un romanzo corale in cui le esistenze di Enrico, padre un po’ padrone che, però, ama la sua famiglia più di ogni altra cosa e farebbe di tutto per essa e per la sua terra, Rosa, una madre putativa che ha dovuto sostituire la moglie di Enrico, imponendo la sua legittima presenza con il solo strumento capace di tenere assieme una famiglia, ossia l’amore, Caterina, una sapiente nonna-chioccia, in grado di ammorbidire quelle frizioni che spesso si generano tra un capo famiglia come Enrico e i figli, desiderosi di affermare la loro libertà in un ambiente meravigliosamente aspro, di quelli che non ti regalano nulla che non sia sudato, Ernesto, Virgilio e il più giovane Elio, i tre fratelli maschi, Elena, la primogenita, costretta a crescere anzitempo, imparando il mestiere di ambulante durante le estati trascorse in Barsana, come veniva definita in lunigianese l’enorme territorio che comprendeva la pianura padana, Ines, la prima figlia naturale avuta da Rosa, e Mariuccia, la sorella più piccola, che guarda Elena con gli occhi ammirati di una sorella innamorata della sua indipendenza e vede in Luciano il possibile amore della sua vita, si specchiano in un tempo e in un luogo, la Lunigiana, nel quale il vento diviene a volte foriero di nefasti eventi, ma, molto più spesso, portatore di una pace e di una serenità che l’orecchio coglie nello stormire degli alberi.
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