Note: Si può forse prescindere dagli insegnamenti contenuti nel “mos maiorum” di Catone e dai comportamenti fondamentali della pietas, della constantia e della gravitas? Non si può eludere tantomeno la consistenza morale della sententia “homo bonus, dicendi peritus”, che ripresa da Quintiliano nella sua “Istitutio Oratoria”, sosteneva, in una lungimiranza attualissima, che le capacità dell’eloquio fossero da posporre alle buone virtù morali, prima fra tutte l’onestà, che nascono in seno alla famiglia e che devono essere garantite a livello istituzionale di generazione in generazione. Possiamo forse prescindere, in un percorso formativo che si dica tale, dalla precettistica catoniana o dagli insegnamenti ineludibili di Comenio, Locke, Rousseau e Kant? |