Note: Qual è la reale natura del viaggio ultraterreno di Dante? Ci sono molti indizi che fanno pensare che si trattasse di un “viaggio stellare” molto simile a quello viene descritto nelle prime due parti di questo libro. E alcuni di questi indizi sono di natura molto “tecnica”, come vedremo esaminando le corrispondenze del viaggio di Dante sulla sfera celeste e le varie costellazioni e stelle di cui i suoi personaggi rappresentano altrettante allegorie. Per comprendere tutto questo, nella prima parte del libro partiamo dall’originario simbolismo della Tradizione primordiale, che era di tipo polare e assiale. Solo successivamente è avvenuto uno spostamento di questo simbolismo sul piano solare ed equatoriale. Centrale è dunque il ruolo non già del Sole, ma della Stella Polare, e anche delle stelle circumpolari. Infatti, come rivela lo stesso Renè Guènon, il vero Sole centrale dell’Universo occulto che sta dietro e sopra il Sole sensibile è la Stella Polare. È questo uno dei grandi segreti dei maestri massoni. Nel prosieguo del libro si spiega come avviene “l’ascensione alle stelle” dal punto di vista dell’astrologia iniziatica. L’ascensione agli stati dell’essere superiori - fino allo Stato Supremo - può avvenire solo lungo le linee dei coluri. Questo stato supremo è rappresentato dal Polo Nord celeste, punto di intersezione tra i due coluri. Dante è asceso al cielo lungo il coluro equinoziale seguendo la cosiddetta Via della Mano Destra. Infatti, come vedremo, il coluro equinoziale è legato in modo specifico alla cosiddetta Via della Mano Destra. E infatti, guarda caso, il viaggio di Dante si è svolto quando la Stella Polare era sul coluro equinoziale. Si tratta della condizione più potente in assoluto per questo tipo di esperienze. Dunque Dante ha occultamente recuperato l’antico simbolismo assiale e polare. E lo stesse vale per Federico II, altro iniziato dell’epoca che aveva conoscenze “segrete” molto simili a quelle di Dante. E infatti pochi anni prima aveva scolpito nella pietra di Castel del Monte un messaggio molto simile a quello dantesco. Se ne parla nell’ultima parte del libro… |